Ode all’HP5 Plus

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Tra gli amanti della fotografia analogica in bianco e nero, poche pellicole assumono un ruolo iconico come la Ilford HP5 Plus.

Per i pochi che non la dovessero conoscere, è una pellicola in bianco e nero negativa con una sensibilità di 400 ISO. Grazie alla sua ampia latitudine di posa si possono ottenere risultati in diverse situazioni di esposizione. Disponibile nei formati 135 mm, 120 mm e pellicola piana. E’ caratterizzata da una grana fine e una ottima nitidezza. Adatta al trattamento forzato fino a 3200 ISO.

L’HP5 Plus è la scelta ideale per il fotogiornalismo, lo sport, soggetti in movimento rapido, artisti in azione e scatti in interno a luce ambiente.

La famiglia di pellicole HP della Ilford nasce nel 1935 con una sensibilità di 160 ISO, sostituita nel 1939 dalla HP2 (200 ISO) e dalla HP3 nel 1941 (200 ISO alla nascita e poi riclassificata nel 1941 a 400 ISO). La sensibilità di 400 ISO rimarrà costante a partire dagli ‘70 vedendo la nascita della HP4, della HP5 e infine dell’HP5 Plus nel 1989.

Fin quì le specifiche tecniche e la storia, ma c’è molto di più. Sviluppata normalmente si ottiene un negativo contrastato, piuttosto denso. Permette di realizzare immagini molto contrastate, oppure morbide sfruttando le sue infinite sfumature di grigio, che insieme con la grana cubica sono il suo marchio di fabbrica.

Insomma a prescindere che la usino i principianti o gli esperti, la HP5 Plus sarà sempre un’ottima alleata, grazie alla sua flessibilità. Sì avrà la possibilità di catturare esattamente quello che appare difronte, proprio come un RAW: dettagli sia nelle luci che nelle ombre.